“Il dominio maschile” è il titolo di un libro, titolo che prendo in prestito per spiegare che la condizione della donna è causata dalla “mala” educazione.  

Le donne sono state convinte, attraverso l’educazione, ad essere secondarie. 

Il processo di uscita da questa prigione è, per fortuna, iniziato nel secolo scorso, ma i progressi più difficili sono dentro di noi.

La nostra formazione è ancora sporca di vecchio: ci hanno inzuppato il cervello nella tazza degli stereotipi.

Le nostre madri e sorelle ci dicono che guidiamo male, ma si fidano ciecamente del modo di guidare di uomini che non conoscono.

Le giovani donne raccontano dell’invidia provata nei loro confronti dalle donne adulte… 

Questa “invidia” è una leggenda: la mala educazione della giovane donna la fa agire in maniera sleale verso l’adulta; la mala educazione della donna adulta, messa in competizione dal “dominio maschile”, le fa vedere nella giovane un pericolo.   

Le nostre manager, pur valorizzando il lavoro delle risorse femminili – sotto incantesimo del “dominio maschile” – a parità di capacità, danno maggiore visibilità alle risorse maschili.

Donne, non abbiamo bisogno del cameratiscmo maschile per emergere: abbiamo bisogno di metterci nei panni dell’altra, anche senza esserle amica, ma sicuramente senza pregiudizi. 

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