Più di dieci anni fa ho scritto un articolo su mio nonno Vincenzo (“Nonno Vincenzo“): stava per compiere 90 anni.
Oggi avrebbe compiuto 100 anni e tutta la famiglia ha pensato a lui.
A volte penso a lui, sorridente, mentre mi raccontava di aver rischiato la vita e di essere sopravvissuto in mille avventure (una tentata sua decapitazione, un’aggressione da parte di un cane, l’asportazione di un organo vitale, etc.).
Altre volte penso a lui con il bicchiere di vino annacquato in una mano e un dolce nell’altra, la sua quotidiana dieta per la longevità.
Non potrò, però, mai dimenticare quando, mentre seppelliva la bara di sua moglie, disse che, quando sarebbe morto, non l’avremmo trovato nella cassa: si sarebbe trasformato in un animaletto e sarebbe sgattaiolato via.
Ed è così che lo voglio ricordare: un uomo che è sopravvissuto alla sua stessa morte sgattaiolando verso i nostri ricordi.