L’allegria mi portò in ascensore,
quasi nulla mi sembrò cambiato in loro.
La nostalgia poi ci avvolse in un abbraccio,
per il tempo scivolato su di noi.
Il sole era calato già, buia era la città,
“Hai letto tutti questi libri?”…”Sì”.
Come un istante “déjà vu”, ricordo dell’infanzia, dicevano “Vieni a guardare i quadri di là”.
Auto in corsa ci ignoravano rumorose,
camminando, lentamente, lungo la via.
Vent’anni da narrare gli uni agli altri,
le frasi esplodevano dentro noi.
“Cosa fai ora? Ti ricordi? Siamo stati in India”.
Poi la cena in pizzeria, la mia vecchia esuberanza,
e i nostri occhi color del ricordo.
E le frasi raccontavano il passato,
“Zio eri molto più alto”,
eravamo non più giovani oramai.
Come in un libro scritto male
erano morte persone intorno a noi.
E pensavo col piede sull’acceleratore
“Cari zii, il tempo non riesce a prendere tutto”
Siamo qualcosa che resta, mille frasi nella testa,
e il cuore di memorie pieno.
(Deliberatamente tratto da “L’incontro” di Guccini)