Appena fuori dalle grandi città belghe, c’è un altro Belgio.
Un Belgio con le villette unifamiliari, schierate lungo viali alberati, dove i giardinieri con giacche ad alta visibilità sono più numerosi degli alberi.
Nelle stradine, percorribili alla velocità massima di 30 km/h, i pedoni salutano col sorriso.
Persone anziane sfrecciano in bicicletta, mentre i giovani lentamente avanzano, trasportando i bambini nei carrelli delle biciclette.
Il pane, in porzioni da un chilogrammo, viene venduto tramite i distributori automatici davanti ai negozi di alimentari.
Piccoli parchi con castelli e ruscelletti sono disseminati qua e là. I forti militari sono come perle di una collana intorno alle città.
D’inverno la luce del sole si sveglia tardi e si spegne presto, quando c’è.
La sera i lampioni sono pochi e la luminosità è minima.
La pioggia picchietta sui tetti e sui vetri, costante e leggera.
Il vento fa tintinnare le catene dei carrelli dei supermercati.
In lontananza si ode il rumore di tacchi che creano una ventosa sull’asfalto bagnato.