Festa degli alpini. “VIVA GLI ALPINI” indicato sul cartello elettronico direzionale della 90.
Non avevo capito che fossero così cari a Milano.
La città è invasa dai cappelli con la penna nera e da canzoni cameratesche sul vino, le donne e l’osteria. E d’un tratto in metro mi accorgo che gli alpini sono entrati in massa non tanto per i canti o per il colore delle divise, ma per l’odore della pelle mista al metallo, l’odore che mi ricorda tutti i militari.
Pelle sulle medaglie, pelle sugli strumenti musicali che portano con sé. Odore della pelle secca di uomini vissuti che si mischia con l’odore freddo del metallo.