Mia zia è felice di lavorare.
Mia zia tra non molto andrà in pensione.
A causa o grazie alla pandemia, ha sperimentato il lavoro agile ed è molto contenta del risultato.
Mia zia percorreva un discreto numero di chilometri per andare al lavoro e, spesso, la sera era così stanca da non riuscire a fare altro.
La responsabile dell’ufficio di mia zia le ha dato la possibilità di continuare ad usufruire del lavoro agile anche quando non è stato più richiesto dall’emergenza sanitaria.
La responsabile dell’ufficio di mia zia è una donna di circa 40 anni, che trova il tempo di ascoltare e cerca soluzioni che possano rendere felici le persone che lavorano per lei.
Mia zia spesso lavora più del necessario perché le attenzioni che riceve le fanno sembrare anche le mansioni più onerose piacevoli.
Mi chiedo se la responsabile dell’ufficio di mia zia sia un genio o se invece siano i responsabili degli altri uffici a non aver capito una lezione fondamentale: un dipendente felice è il capitale più solido di un’impresa.
Un dipendente felice non si può comprare.
Un dipendente felice è il miglior investimento in pubblicità del brand aziendale.
Un dipendente felice, a parità di stipendio, lavora di più.
Un dipendente felice crea un ufficio felice.
Nessun aumento di stipendio, nessun premio, nessun avanzamento di carriera creano la serenità che crea l’attenzione alle esigenze di ciascuno.
La flessibilità che abbiamo sperimentato nel 2020 è un asset per le imprese: le imprese che la inseriranno in bilancio vedranno una notevole crescita.