Un uomo italiano, che lavora all’estero, mi ha detto “non sai quanto sia difficile salire le scale degli altri”.

L’uomo alludeva alla difficoltà di fare carriera.

Dalla mia prospettiva pensavo “almeno hai la possibilità di salirle quelle scale”.

Nel mio Paese, da almeno 10 anni, la possibilità di “salire le scale” non viene più nemmeno prospettata.  Esiste ancora, ma è un’eventualità remota.

Si è diffusa l’idea della “carriera orizzontale”, ovvero la crescita delle competenze non accompagnata dalla crescita di stipendio o di grado.

Senza dubbio accrescere le competenze è positivo, ma bisognerebbe adeguare l’intero quadro. Ad esempio lo stipendio base dovrebbe essere prima aumentato, e poi adeguato al costo della vita costantemente, considerando che in una carriera orizzontale potrebbe non aumentare mai.

Bisognerebbe pensare, inoltre, ad altri tipi di “incentivi” che rendano la rinuncia alla salita altrettanto soddisfacente.  Ad esempio si potrebbero aumentare i giorni di ferie al fine di sviluppare altre fonti di gratificazione al di fuori dell’orario lavorativo (sport, etc.).

Infine diventa necessario costruire percorsi alternativi che permettano di valorizzare le competenze acquisite non solo con premi in denaro.

In conclusione se il bilanciamento tra i vari elementi porterà alla soddisfazione del dipendente, si eviterà l’appiattimento intellettuale che attualmente colpisce chi rinuncia “a salire”.

Le scale, con una freccia all'estremità, salgono su verso una nuvola nel cielo blu

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Varu

    Mio padre da piccolo mi diceva, quando sarai grande capirai che dopo i 50 anni inizia la discesa. Ho ancora qualche anno per pensare alla salita. Sarebbe bello fermare il tempo e rifare le salite dei 20 anni.

    1. Figlia del mio tempo

      Pensa quanto deve essere strano scendere senza essere mai saliti!

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