Le persone che vivono a Milano sembrano personaggi dei cartoni animati.
Quei personaggi che vanno senza sapere dove vanno.
Quei personaggi che vanno pur di sembrare indaffarati.
Persino i senzatetto hanno “lo stile di vita della corsa”. Si affannano con una busta per ogni mano, camminano quasi correndo, con gli occhi persi nella follia e la bocca contrita, come se avessero perso l’ultimo treno per colpa della folla incontrata sul marciapiede. E il marciapiede lo percorrono per tutto il giorno, facendo avanti e indietro su cinquecento metri di asfalto.
Sembra come se questa “corsa” fosse la divisa da indossare per stare in città. Senza divisa non si appartiene alla metropoli.
Contrariamente a quanto si possa pensare, questa fretta non accelera niente. Il movimento convulso di tante persone crea disordine, compromettendo i movimenti in tutta la città, con qualunque mezzo di trasporto.
Si crea, pertanto, il fenomeno dell’imbruttimento, generato dal fatto che, nonostante o proprio a causa della corsa, nella giornata gli imprevisti che fanno ritardare sono innumerevoli.