I rapporti interpersonali lavorativi dovrebbero svolgersi… in videochiamata.

In video siamo, infatti, più “gradevoli”…

Forse perché quando siamo di fronte ad una telecamera “andiamo in scena”, o forse semplicemente perché siamo più a nostro agio, senza tacchi o vestiti ingessati.

Siamo più sorridenti coi colleghi e, quando iniziamo la videochiamata, ricordiamo quella strana usanza del passato: salutare… Esiste, infatti, uno strano fenomeno per il quale se due colleghi si incontrano nell’open space dell’ufficio non è detto che si salutino.

Dobbiamo, inoltre, alzare la mano per parlare, senza interrompere l’interlocutore, ricordando quella vecchia abitudine che è l’educazione.

Un dettaglio non irrilevante riguarda, poi, i nostri odori.
Parlare con una persona dopo 4 ore di lavoro, con una digestione problematica o altri problemi del cavo orale, non è un’operazione semplice. Senza considerare quando questa operazione si svolge in estate, con sudori di varia natura.
 
Infine, il tempo è gestito da un software ed è forse proprio questa la chiave di volta della questione: siamo lì per un tempo limitato e concordato, non siamo stati sorpresi in bagno o a pranzo con discorsi di lavoro.
Infatti, quando mancano 5 minuti alla fine della riunione, il software inizia il conto alla rovescia che facevamo al liceo, quando aspettavano che l’odioso professore sparisse dalla nostra vista. 

Una donna tocca con un dito un muro di interconnessioni, figure di persone collegate da raggi.
Opera di Mohamed_hassan

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