I racconti sul terremoto dell’Irpinia fanno parte della mia famiglia.
Sono esistiti tanti terremoti in Irpinia, ma Il Terremoto dell’Irpinia è uno solo ed è del 1980.
Il cane dei miei nonni si dannava per obbligare tutti ad uscire di casa, pochi istanti prima del crollo. Mia madre non riusciva ad individuare un posto al sicuro (e, durante i successivi terremoti che ho vissuto con lei, sembrava aver conservato quella paura). I morti, gli sfollati e la disperazione.
Le casette di cartapesta e la povertà, già presenti prima del sisma, contribuirono a rendere tragica la tragedia.
Ricordo i discorsi ascoltati durante la mia infanzia, quando si parlava dei soldi stanziati, ma non ricevuti per la ricostruzione.
Mi ha colpito vedere, quasi 30 anni dopo, a L’Aquila, la stessa tragedia, come se aspettassimo inermi le fatalità, per poi piangere le vittime e urlare inutilmente contro i capri espiatori.
Il popolo italiano si indigna troppo e agisce poco, ottenendo con fatica quel che gli spetterebbe di diritto.