L’Italia “culturale” è seria.
L’intellettuale o il professionista si riconoscono più dalla serietà che dalle conoscenze.
Fortunatamente, grazie ad illustri personaggi come De Crescenzo o Camilleri, si sta invertendo la tendenza.
La strada, tuttavia, è ancora lunga.
Trovare soluzioni ai problemi, in qualunque campo, può diventare divertente e creativo, se non si pretende di sapere tutto.
Per svolgere bene qualunque attività è necessario interrogarsi costantemente, avere dei dubbi e provare a risolverli.
Sembra, invece, che si riponga maggiore credibilità in chi è supponente e ostenta sicurezza.
Ma le sicurezze crollano e i dubbi, invece, aiutano ad evolvere.
Se si conosce bene una materia, si può giocare con le sue nozioni, e diventa divertente risolvere enigmi. Se l’invece la materia è un po’ ignota si è seri e preoccupati.
Quindi, forse, gli intellettuali e i professionisti seri sono così seri perché non conoscono bene la materia…e devono studiarla ancora un po’ per padroneggiarla.