Nomi
Ricordare il nome della mamma e del papà, da piccoli, è molto difficile. Non capita mai di chiamarli “mamma Livia” o “papà Lorenzo”.
Ricordare il nome della mamma e del papà, da piccoli, è molto difficile. Non capita mai di chiamarli “mamma Livia” o “papà Lorenzo”.
Tutti mi dicono che non so cosa voglia dire avere figli, cosa si provi per i propri bambini. Senza dubbio. Ma non sanno cosa provo io ad essere zia, zia di mia nipote, ed auguro a tutti di provarlo. E se davvero legarsi ad un figlio ha una forza ancora maggiore, allora è meglio che io non ne abbia.
Lavoro in casa dal 24 febbraio, non esco di casa dall'8 marzo, ma quel che mi ricorderò di questi arresti domiciliari causati dal virus è la disperazione di mia nipote, di sei anni, che al telefono mi sussurra: "Hanno chiuso tutto, hanno chiuso anche il mare".
Tre mamme e un papà, vestiti a festa, sono nella Stazione dei treni di San Benedetto del Tronto per accompagnare a casa i loro tre figli, che tornano da chissà dove. I genitori apprendono, col sorriso sulle labbra, che i tre ragazzi si sono organizzati senza di loro. Una nonna stanca, con un forte accento toscano, dice alla nipote di un anno di non andare oltre un metro da lei. […]
I figli sono i migliori giudici dei nostri difetti, o perché li hanno ereditati o perché ne hanno subito le conseguenze. Nessuno conosce i nostri difetti così intimamente come i nostri figli, nemmeno i nostri genitori. Fotografia di Paola Bonelli
Mio nonno è sordo. A marzo compie 90 anni. Mio nonno è sordo da quando me lo ricordo.
Non riesco più a parlare con Luce perchè dà un’impostazione superficiale al discorso che mi tramortisce. Mi ha riempita di lusinghe, vuote e banali. Mi sono sentita barcollare. Dov’era la mia amica d’infanzia, sincera e leale, intelligente e col cuore? E dov’erano finiti i suoi ricordi, le nostre promesse? Ci siamo sentite per telefono e voleva solo chiedermi favori. Favori che le avrei fatto senza nemmeno rendermene conto se fosse […]
Rocco, in “Rocco e i suoi fratelli”, diceva che per fare una casa solida ci voleva un sacrificio. Penso che sia vero: in ogni famiglia solida c’è un sacrificato, non necessariamente sacrificato dalla famiglia. La maggior parte delle volte si sacrifica da solo, e prima o poi la famiglia deve pagare il prezzo di questo sacrificio.
La famiglia della mia amica è la tipica famiglia italiana, capace di montare una polemica sullo sbocciare dei fiori…
I ragazzi si accorgono della realtà sociale che li circonda molto tardi rispetto alle ragazze. Si accorgono tardi dei bisogni della nonna, delle (non) prospettive dei diseredati e in genere dei problemi di assistenzialismo.