Nonna Lina mi ripeteva sempre che se fosse dipeso da lei si sarebbe sposata a 40 anni.
Aveva resistito il più a lungo possibile alle pressioni sociali e familiari, sposandosi a 24 anni in un periodo in cui le donne erano in abito bianco a 16 anni.
Mi raccontava quanto era bello viaggiare con le amiche (aveva percorso al massimo 60 km da nubile) e ballare durante le feste di paese.
Con orgoglio mi mostrava la sua pelle bianca, dicendomi che non aveva mai dovuto lavorare nei campi perché aveva l’arte nelle mani.
Era una sarta che insegnava ad altre sarte, una Maestra. Ed era sempre stata economicamente indipendente.
Credo che mio nonno l’abbia rincorsa tutta la vita senza riuscire mai a raggiungerla.
Eppure uno dei ricordi più vividi che ho di lei è un gesto d’amore semplice verso suo marito.
Una sera, quando ormai entrambi si reggevano appena in piedi per la tarda età, gli prese le mani screpolate e le accarezzò a lungo ricoprendole di crema.
Lui era incredulo: credo che lei lo abbia ripagato per averla adorata così a lungo.