Il sofista di carta è più attento alla qualità del sofisma che al contenuto che esprime.
La perfezione del ragionamento logico diventa il reale scopo della conversazione; il concetto da esprimere si perde nella coerenza formale.
Raccontare eccellentemente che qualcosa non funziona, non risolve il difetto di funzionamento.
La realtà ha bisogno di essere analizzata, ma alla fine dell’analisi occorre l’azione.
E l’azione può essere guidata dall’analisi, non sostituita.
Se l’analisi predomina sulla conclusione dell’analisi, l’azione si disintegra.
Il sofista di carta si incarta nei suoi stessi pensieri, felice di avere ragione.
Ma la ragione non riempie nè il cervello nè il cuore.
E il sofista di carta brucia il suo tempo con magre soddisfazioni.